L’artrosi dell’anca non è una patologia dei nostri tempi, anzi. Oggi si afferma che l’artrosi dell’anca colpisce soprattutto persone over 60 mentre invece, secondo uno studio di recente pubblicazione, gli antichi romani ne potevano soffrire già a 30 anni. Ne abbiamo parlato con il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center.
Niente cure, nessuna prevenzione, fratture ricomposte senza intervento e ingessature rudimentali. Era questo il quadro che si presentava agli antichi romani che venivano colpiti da artrosi all’anca già a 30 anni, a causa dell’enorme carico di lavoro a cui le loro articolazioni erano sottoposte. A rivelare tutte queste informazioni è il più importante studio sulla salute dello scheletro ai tempi della antica Roma, che ne ha analizzato oltre 2.000 reperti grazie a rilievi fotografici e tecniche di imaging utilizzati per moderni esami diagnostici come la TAC. Tutto il lavoro è stato raccolto nel volume “Bones: Orthopaedic Pathologies in Roman Imperial Age” (Ossa: le patologie ortopediche nell’Età Imperiale Romana, ndr), scritto a più mani dall’ortopedico oncologo Andrea Piccioli, dall’ortopedico Maria Silvia Spinelli, dalle antropologhe Carla Caldarini e Federica Zavaroni e dalla storica della medicina Silvia Marinozzi. «A differenza dei romani dell’Antica Roma – dice il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center – oggi l’artrosi all’anca si può prevenire e curare sia nelle fasi inziali che in quelle più avanzate della malattia».
Artrosi dell’anca, cure di ieri e di oggi
Nonostante a quell’epoca le persone fossero abituate a convivere con malattie dolorose e invalidanti come l’artrosi dell’anca, esistevano forme rudimentali di terapia come le terme e di immobilizzazione in caso di fratture o dolore: gli arti venivano “ingabbiati” in complesse strutture di legno in attesa della guarigione che poteva essere molto lunga. «Il dolore all’anca – spiega il dottor Santori – è molto spesso forte, continuo e invalidante. Immobilizzare un arto per lunghi periodi non è la soluzione in caso di artrosi, anzi può portare ad un peggioramento dei sintomi. Oggi infatti sappiamo che la migliore terapia per le articolazioni artrosiche, prima dell’intervento di protesi, è proprio il movimento e gli esercizi mirati a non perdere articolarità. Arrivare all’intervento di applicazione di una protesi in buone condizioni muscolari e con un’anca ancora non bloccata garantisce un rapido recupero post operatorio. Questo è vero soprattutto oggi poiché l’intervento viene eseguito con tecniche mininvasive e senza distacco di alcun gruppo muscolare garantendo, in breve tempo, di poter tornare alla normale vita, senza dolore e persino di svolgere attività sportiva».
Come si previene l’artrosi dell’anca?
L’artrosi dell’anca è una patologia per cui conosciamo diversi fattori di rischio. Il più importante è la conformazione della nostra anca che può essere anomala sia nel senso di una displasia che in quello di un conflitto femoro-acetabolare. Ambedue queste condizioni alterano la distribuzione dei carichi sull’articolazione dell’anca e predispongono sicuramente all’artrosi. Oggi, grazie alle nostre conoscenze, se identificata precocemente una di queste condizioni possiamo intervenire in anticipo con interventi di “hip preservation” mirati a bloccare sul nascere lo sviluppo del danno articolare.
Altri fattori che possono portare ad una artrosi precoce dell’anca sono legati al carico a cui vengono sottoposte le articolazioni. «Per prevenirla – continua lo specialista – si dovrebbero evitare il sovrappeso e sforzi eccessivi, come in alcuni sport estremi agonistici, che possono provocare sovraccarichi e traumi all’articolazione. È molto importante – conclude il direttore dell’Anca Surgical Center – anche seguire una corretta alimentazione, preferendo il consumo di cibi che aiutano a rinforzare le ossa, come ad esempio quelli che contengono vitamina D e calcio. Infine, in caso di dolore, possono aiutare gli integratori di glucosamina, un componente che allevia il dolore e riduce l’assottigliamento della cartilagine dell’anca».