La chirurgia sostitutiva dell’anca non solo migliora la qualità della vita, ma è anche associata ad una maggiore aspettativa di vita, rispetto a persone di età e sesso simili, secondo un nuovo rapporto pubblicato recentemente su Clinical Orthopaedics and Related Research, una delle riviste più prestigiose al mondo nella chirurgia ortopedica. I ricercatori hanno analizzato il tasso di sopravvivenza postoperatoria in circa 132.000 pazienti sottoposti a protesi di anca in Svezia dal 1999 al 2012. L’età media di sostituzione dell’anca era di circa 68 anni. Ne parliamo con il Dott Nicola Santori, Direttore di ASC- Anca Surgical Center di Roma.
«Circa 10 anni dopo l’intervento chirurgico – spiega il dottor Nicola Santori – ii pazienti sottoposti a artroplastica totale d’anca elettiva, cioè a intervento di sostituzione dell’articolazione con una protesi, hanno un tasso di sopravvivenza aumentato rispetto alla popolazione generale. Secondo questo studio, che ha analizzato i dati del Registro svedese di artroprotesi dell’anca, la sostituzione dell’anca può aggiungere anni alla vita e aggiungere “la vita agli anni”, aumentando le possibilità di una sopravvivenza più lunga e migliorando la qualità della vita del paziente».
Perché la protesi d’anca migliora e allunga la vita?
«La protesi totale d’anca – continua il direttore di Anca Surgical Center di Roma – ha una comprovata validità nell’aumentare la mobilità, ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita nelle persone con dolore e disfunzione dell’anca. I ricercatori che hanno presentato questo studio hanno però notato che anche la sopravvivenza migliora e che i pazienti sottoposti a protesi tendono a vivere più a lungo della popolazione generale. Una possibile spiegazione – commenta l’esperto – è che solo i pazienti in buona salute sono selezionati per la protesi di anca, anche se, sempre più frequentemente, grazie alle tecniche mini invasive di Anca Surgical Center, è possibile l’intervento anche in pazienti più anziani e con una o più patologie associate».
Può essere che l’aumento della sopravvivenza si spieghi con la miglior qualità di vita?
«Sicuramente si. È dimostrato che mantenere un buon livello di attività fisica migliora le funzioni cardiovascolari, respiratorie e cerebrali. In questo senso – conclude il dottor Nicola Santori – sicuramente, il paziente con una protesi di anca è in grado, anche nella terza età, di mantenere uno stile di vita quotidiano attivo ed indipendente e di proseguire nella attività sportiva desiderata e questo sicuramente migliora ed allunga la vita».