Uno studio ha rivelato che chi pratica la corsa prima di abbandonarla a causa del dolore provocato da conflitto femoro-acetabolare, è tornato a correre entro nove mesi da un intervento di artroscopia d’anca. Ci spiega perché il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center.
Uno studio condotto su 51 runner amatoriali o agonisti, ha rivelato che il 96% è tornato a correre in quasi 9 mesi dall’intervento di artroscopia d’anca subìto a causa del conflitto femoro-acetabolare di cui soffrivano. «I dati dello studio – commenta il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center – hanno messo in evidenza che, dopo l’artroscopia, il recupero allo sport era più veloce nei runner che non avevano atteso a lungo prima di rivolgersi allo specialista dalla comparsa del dolore. Bisogna comunque precisare – commenta lo specialista – che a distanza di 2 anni dall’artroscopia, la distanza media di corsa era diminuita da 15 a circa 10 km a settimana».
Conflitto femoro-acetabolare, che cosa è e come si cura?
Il conflitto femoro-acetabolare, causa frequente di dolore nelle persone giovani e negli sportivi, è una patologia che provoca “contatto” tra le componenti dell’articolazione. Nel lungo periodo o in caso di attività sportiva intensa, anche la cartilagine ne viene danneggiata e si sviluppa l’artrosi. «Il conflitto femoro-acetabolare – spiega il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center – viene suddiviso in due tipi di conflitto, uno di tipo CAM, dove la testa del femore non possiede più la normale forma a sfera e, con il movimento, entra in conflitto con l’acetabolo; e uno di tipo PINCER, in cui l’acetabolo è troppo chiuso attorno alla testa del femore. In entrambe le tipologie di conflitto è possibile intervenire con l’artroscopia d’anca, una tecnica mini-invasiva che consente di risolvere il problema. L’intervento consente tempi di recupero brevi, anche per chi pratica attività sportiva con regolarità. È bene ricordare però – conclude lo specialista – il ruolo della riabilitazione, obbligatoria nelle prime 4 settimane dopo l’artroscopia».