L’obesità è uno dei principali problemi di salute pubblica e la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento. Secondo l’OMS, nel 2008, 1,4 miliardi di adulti (35% della popolazione mondiale) erano in sovrappeso e di questi 500 milioni erano obesi (11% della popolazione).
Quando un paziente in condizione di obesità è affetto da artrosi dell’anca, l’impianto della protesi diventa una necessità se possibile ancora più impellente che per un paziente normopeso. L’obeso, infatti, ha un equilibrio funzionale e motorio molto delicato e la comparsa dei sintomi all’anca porta facilmente alla perdita completa della motilità e al precoce allettamento con tutti i rischi che questo può comportare. Per tale motivo, statisticamente, il paziente obeso giunge in media all’intervento di protesi in età più giovane rispetto alla media dei pazienti protesizzati. Proprio per i rischi connessi alla immobilizzazione del paziente obeso, è necessario intervenire quanto prima con la applicazione della protesi onde evitare che si aggravi la situazione cardiocircolatoria, respiratoria e l’obesità stessa.
Ma quali sono i rischi dell’intervento di protesi per un paziente obeso? Risponde il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center Roma.
Il rischio di complicazioni peri-operatorie nel paziente obeso è indubbiamente aumentato, in letteratura sono riportate incidenze di complicanze fina a 4 volte superiori del paziente normopeso.
La chirurgia bariatrica, ossia le tecniche atte a facilitare la perdita di peso, diminuisce il rischio di complicanze per l’intervento di protesi di anca?
No, allo stato attuale gli studi eseguiti ci dicono che l’operazione bariatrica preventiva non diminuisce in media il rischio di complicazioni.
Come è possibile operare in sicurezza il paziente obeso?
Esistono numerosi fattori che consentono la minimizzazione dei rischi. Per prima cosa è essenziale studiare bene il paziente e correggere tutti gli squilibri metabolici e in particolare il diabete. Uno studio dettagliato del sistema cardiovascolare ed una terapia antitromboembolica personalizzata riducono le temibili complicanze circolatorie.
Tecnica chirurgica e protesi sono le stesse del paziente normopeso?
La tecnica è fondamentalmente la stessa e, anche per il paziente obeso, esistono chirurghi che preferiscono l’accesso anteriore o quello posteriore. La differenza la fa l’esperienza del chirurgo che è, a mio giudizio, il principale fattore in grado di abbassare l’incidenza delle complicazioni. La chirurgia protesica di anca nel paziente obeso è complessa e deve essere affrontata solo da mani esperte.
Per quanto riguarda il tipo di protesi, la scelta si indirizza su modelli in grado di aumentare la stabilità articolare visto che una delle prime complicanze nell’obeso è proprio la lussazione. A tale proposito un notevole miglioramento si è ottenuto con l’avvento delle protesi con doppia mobilità che consentono di aumentare significativamente la stabilità articolare.
Oggi, spiega il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center Roma, anche nei pazienti con obesità grave, è possibile trovare soluzione alla condizione di disabilità da artrosi in modo da permettere al paziente di tornare a camminare e perdere peso naturalmente, cosa purtroppo impossibile senza l’intervento di protesi.