Un trapianto di cellule staminali mesenchimali può essere efficace per curare l’artrosi ed evitare un intervento di protesi d’anca. Ma che cosa sono queste cellule e come avviene il trattamento che prevede il loro utilizzo? Risponde il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center.
«Le cellule mesenchimali – spiega il dottor Nicola Santori, direttore di Anca Surgical Center – sono cellule immature e indifferenziate che, se opportunamente stimolate, possono differenziarsi in diverse popolazioni cellulari cartilaginee, ossee, tendinee, muscolari. Per il loro uso in campo ortopedico, le cellule staminali mesenchimali adulte possono essere prelevate principalmente dal midollo osseo o, in alternativa, dal grasso del paziente.
Il limite delle cellule staminali mesenchimali prelevate dal midollo osseo è che la loro concentrazione è estremamente bassa e per un loro uso terapeutico si deve quindi procedere all’espansione in laboratorio o, in alternativa, utilizzarle in associazione con un concentrato piastrinico (PRP) ad alta concentrazione di fattori di crescita, che possono incrementare i processi riparativi e rigenerativi dei tessuti. Più di recente si è andato affermando l’uso di cellule staminali mesenchimali prelevate dal grasso del paziente, più facili da prelevare e la loro quantità è tale che non vi è la necessità di stimolarne la moltiplicazione. Nel nostro centro – prosegue il dottor Santori – prediligiamo l’impiego delle cellule staminali mesenchimali di origine adiposa. Tuttavia è bene precisare che anche se esiste una forte evidenza che il principio è valido, non vi sono ad oggi studi che dimostrino con certezza l’efficacia clinica della terapia con cellule staminali mesenchimali. Per questo motivo ritengo più opportuno discutere i singoli casi con i pazienti, valutando le alternative ed evitando di alimentare inutili aspettative».
Come viene effettuato il trapianto di cellule mesenchimali?
Le cellule mesenchimali vengono prelevate dal grasso dell’addome o delle cosce, tramite un ago lungo e sottile e una microincisione con una anestesia locale. Il grasso aspirato viene trattato sul campo operatorio sterile separando le cellule mesenchimali intatte dal prodotto di scarto. Una volta terminata questa procedura, il prodotto viene trasferito in una nuova siringa e iniettato direttamente, in unica somministrazione, nell’anca del paziente. Una volta iniettate – conclude il dottor Nicola Santori – le cellule iniziano subito a sviluppare il loro effetto antinfiammatorio e antidegenerativo, stimolando la rigenerazione della cartilagine. Effettuata la terapia, il paziente può camminare normalmente, senza la necessità di stampelle, fisioterapia o degenza. Già mezz’ora dopo il trattamento è possibile tornare a casa e riprendere normalmente le proprie attività. Ovviamente, il consiglio è – precisa il direttore di Anca Surgical Center – di evitare l’attività fisica pesante o movimenti che stressino eccessivamente l’articolazione interessata. Alcune volte, infatti, la zona dell’anca può rimanere dolente per uno o due giorni, anche se si tratta di una condizione passeggera».
Artrosi d’anca, trattamento e prevenzione
La terapia a base di cellule mesenchimali non ha particolari controindicazioni e solitamente è sufficiente una sola somministrazione, a meno che l’artrosi d’anca non abbia raggiunto una fase troppo avanzata. Tuttavia, prima di dover ricorrere a una terapia, bisogna ricordare che prevenire l’artrosi è possibile: seguendo una corretta alimentazione e utilizzando, eventualmente, integratori naturali che riducano l’infiammazione. Anche una regolare attività fisica è molto importante perché la muscolatura aiuta a mantenere stabili le articolazioni colpite dall’artrosi.